Conferenza – novembre 2016

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L’Unione europea dopo Brexit

Conferenza di Jean-Dominique Guiliani
5 novembre 2016

Gli effetti potenziali dello Brexit sulla vita politica, economica e quotidiana europee sono oggetto di giudizi molto diversi. Controparti del sisma sono da venire. Il 24 giugno 2016 in Regno Unito è stato il punto d’abbagliamento d’ignoranza, di disinformazione ed altre menzogne. La società della conoscenza del Trattato di Barcellona si è mostrata come una società della credenza, quella delle opinioni di saltimbanchi di fiera in particolare. La disaffezione delle opinioni pubbliche in relazione alla costruzione europea ha un colloquio così una parentela inquietante con la disaffezione di queste stesse opinioni in relazione ad argomentazioni dimostrate. I tempi presenti hanno bisogno di capro emissario.

Oggi l’orecchio perché pronto allo Bregretters ? Perché le elite europee sono prese allo sprovvisto e rese ? Cosa farà Brexitters della loro vittoria inattesa e non anticipata ?

Una conferenza discute organizzata dal club AP in collaborazione con la facoltà di legge, d’economia e di gestione di Angers e la società europea di cultura si è tenuta la lunedì 5 novembre 2016.

Monsieur Jean-Dominique Giuliani ha presentato “l’Unione europea dopo Brexit„ dinanzi ad un pubblico composto da un po’più di 150 persone.

Christophe Daniel, economista, anziano della facoltà, ha accolto la manifestazione sottolineando che l’università era il luogo di tutti i dibattiti.

Antony Taillefait, copresidente del club AP, dopo avere presentato le intenzioni e gli obiettivi nello sviluppo delle attività del club AP, ha ringraziato e presentato l’ospite. Dopo avere ricordato agli studenti della facoltà che il bilancio dell’Unione europea sarà interessato dagli effetti dello Brexit, ha ritenuto che nell’Europa attuale, più non avessimo sognato comuni. Sembriamo uniti soltanto con incubi comuni come i rischi persistenti di nuovi scontri finanziari, l’inattitudine degli Stati membri a delucidare la questione dell’immigrazione, o anche le conseguenze dello Brexit che fanno seguito alle minacce di Grexit e lasciano prevedere prospettive eventuali d’uscita dell’Italia della zona euro dopo il fallimento governativo al referendum del 4 dicembre 2016.

Jean-Dominique Giuliani, consigliere speciale alla Commissione europea (2008-2010), è precedentemente stato padrone delle richieste al consiglio di stato, direttore di gabinetto del Presidente del senato René Monory (1992-1998) e direttore alla direzione generale del gruppo Taylor Nelson Sofres (1998-2001). Nel 2001, fonde la sua impresa di consulting internazionale : J-DG.Com internazionale consulenti che presiede. È anche il presidente della fondazione Robert Schuman, fondazione distinta da numerosi prezzi e ricompense ed il centro francese di riferimento sull’Europa. A questo titolo interviene molto spesso in programmi televisivi (ciò nell’aria su Francia 5, BFM TV, ecc.) e su molte radio nazionali (Francia cultura, radio classica, ecc.).

Il presidente Giuliani è cominciato per dimostrare che Brexit non ha ancora avuto luogo. Anche se principi generali sono previsti dai trattati europei (arte 50 TUE), anche se politicamente andiamo verso Brexit, tecnicamente nulla è meno sicuro. 18.000 testi hanno organizzato la compenetrazione tra il regno uniti e l’Unione europea. Dovranno essere modificati.

Ritiene che il voto britannico appaia piuttosto come uno che calma per altri Stati membri che mettono così sotto lo staio la loro velleità d’uscita. Il tesoro pubblico britannico valuta il mancato profitto del regno a 60 miliardi di libri all’anno. Come ha potuto dirlo Jean-Louis Bourlanges, prima dello Brexit il regno aveva un piede dentro ed un piede fuori. Dopo Brexit sarà l’inverso…

Come spesso in materia di referendum, la scelta dello Brexit è stata maggiormente un rifiuto della politica interna del regno, in particolare della politica di austerità che, a differenza di quella della Francia, è una vera politica di austerità. Ciò significa che numerosi europei diffidano dell’Unione europea che, anziché spargere la prosperità, sembra loro spargere soltanto l’austerità. Il club AP lo riconosce -anche che gli auguri sono così tanto sinistri che, in futuro, non si rischia la delusione. Tuttavia la nostra convinzione è che occorre sostituire la lamentazione con l’ambizione. L’epoca deve diventare un tempo d’azione e di dibattito e non un momento di procrastinazione.

Quest’opinioni introduttive hanno condotto il presidente Giuliani a parlare di tre punti.

In primo luogo, considera che l’Unione europea è malata dei suoi stati. Il populismo ed il nazionalismo si combinano per ostacolare lo sviluppo delle attività e progetti politici, non soltanto al solo livello europeo. Ciò si traduce con una déréliction della solidarietà, tra l’Ovest e Lo è, tra il Nord ed il Sud. Gli stati sono scossi da un’onda enorme di trasformazioni legate alla globalizzazione, alla rivoluzione digitale, all’individualismo. Gli elettori non esitano più a cambiare la maggioranza, provare partiti politici nuovi spesso molto (troppa ?) radicali. Il club AP ha infatti la sensazione che una delle cose che rivelano le elezioni nei nostri sistemi democratici è ovviamente della politica. Quest’ultimo decide poco. Non proietta. È scelto come un prodotto. Non soltanto la debolezza della politica è stata spesso riempita dal mercato, ma quest’ultimo ha trasformato la politica in pubblicitario : la comunicazione prima dell’implicazione.

In secondo luogo, l’Unione europea è di per sé realmente in questione ? La credenza nel liberalismo economico è l’ideologia dominante. Tuttavia, interrogazioni emergono. Perché il libero scambio deve essere la regola ? La libertà di circolazione delle persone deve essere mantenuta ? Discipline economiche e di bilancio così rigorose devono essere rispettate ? Il presidente Giuliani ritiene che si sia fatta l’Unione europea alla rovescia. È stata costruita a partire dalla sua dimensione economica. L’homo europeanus è per il momento ancora un oeconomicus omosessuale. Sarebbe stato necessario iniziarlo a partire dalle funzioni rege (difesa, fiscalità,…). Ma era stata proposta in questo modo, non sarebbe stata realizzata. Ora, è venuto il momento di rimettere l’Unione europea al posto. Per il presidente Giuliani è possibile poiché dice : “Non credo che l’esistenza dell’Unione europea sia in questione„. Il club AP condivide questa proposta. In fondo di tavola prende forma la questione seguente : come mantenere valori e principi in una società che non vuole distinguere verità ed opinione, cultura ed intrattenimento, eccellenza e mediocrità ?

In terzo luogo, il presidente Giuliani si è chiesto se l’Unione europea potesse rimbalzare e come ? Ha la convinzione che oltre al dilemma “Europa comunitaria/Europa degli États„, soluzioni possono essere messe a punto dalla Francia e la Germania. “L’integrazione Francia-Germania può costituire il motore del rimbalzo dell’Unione europea„ ha affermato. Ciò potrebbe, ad esempio, passare per un ravvicinamento dei regimi di compensazione della disoccupazione giovanile da partire da un fondo europeo. L’armonizzazione dell’imposta sulle società potrebbe essere un altro mezzo. Il coordinamento bilaterale delle politiche migratorie e della sicurezza anche. “Occorre fare iniziare un treno di misure nel quale in seguito altri stati vorranno montare„.

Ha concluso che non si tratta di rifondare l’Europa. Le sue fondazioni sono solide. Sono piuttosto il tetto ed i maturi che devono essere consolidati al XXIè secolo.

Michel Piron, deputato di Maine-et-Loire e copresidente del club AP, ha spiegato che condivide quest’idea di rianimazione del motore franco-tedesco. Ha spiegato che ci sono urgenze (in particolare in materia agricola) e che smantellando in Francia gli operatori storici di reti in nome “della concorrenza„, si ha indebolito l’economia nazionale ed europea “.


Il club AP ha coscienza soltanto questo resoconto della conferenza di J. – D. Giuliani è troppo spogliato per rendere omaggio alla ricchezza del suo pensiero e delle proposte che sono state formulate questa lunedì 5 novembre 2016.

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